Marocco, la forza tranquilla della resilienza: tra ricostruzione e visione strategica

Diwp

Mag 8, 2025

In un mondo scosso da crisi continue e instabilità diffusa, ha saputo distinguersi per coerenza, concretezza e capacità di risposta. Parliamo del Marocco. E in particolare di come abbia affrontato – e stia affrontando – le sfide che si sono presentate nel corso degli ultimi anni, a partire dal devastante terremoto che ha colpito la regione dell’Alto Atlante nel settembre del 2023.

Quel sisma, avrebbe potuto essere l’inizio di una lunga crisi. E invece, a pochi mesi dall’accaduto, il Paese ha saputo rimettersi in piedi con una rapidità e un’efficienza che hanno colpito osservatori internazionali e istituzioni globali.

Un fatto simbolico e concreto allo stesso tempo lo conferma: nell’ottobre 2023, appena un mese dopo il terremoto, il Marocco ha ospitato la riunione annuale del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale. Non un semplice evento, ma un segnale preciso: il Paese è solido, stabile, e in grado di affrontare le emergenze senza perdere la bussola.

Alla base di questa resilienza non c’è improvvisazione. C’è una visione precisa, un modello di governance che combina tempestività operativa e capacità di pianificazione strategica. Fin dai primi giorni dopo il terremoto, le istituzioni marocchine si sono attivate per organizzare i soccorsi e avviare la ricostruzione. Il Re Mohammed VI ha convocato sessioni di lavoro dedicate esclusivamente alla risposta alla crisi, definendo priorità chiare e strumenti concreti.

Non si è trattato solo di fornire aiuti immediati, ma di progettare una vera e propria rigenerazione delle aree colpite, con l’obiettivo di migliorarle strutturalmente rispetto alla situazione precedente.

Un elemento centrale di questa strategia è rappresentato dalla creazione di piattaforme regionali di riserve di prima necessità. Queste strutture, una per ogni regione del Regno, sono pensate per garantire un’azione rapida e coordinata in caso di nuove catastrofi naturali o altre emergenze.

Si tratta di centri logistici in cui vengono stoccati alimenti, tende, medicinali, attrezzature sanitarie e tutto ciò che può essere utile in situazioni critiche. Non è solo un’infrastruttura fisica, ma un messaggio politico forte: il Marocco non vuole farsi trovare impreparato. E vuole che ogni territorio abbia gli strumenti per reagire in autonomia e con prontezza.

Il primo passo in questa direzione è stato compiuto il 7 maggio 2025, con l’avvio dei lavori per la piattaforma della regione Rabat-Salé-Kénitra, nella zona della commune di Ameur, vicino alla capitale. Anche questo progetto, come i precedenti, si inserisce in un quadro coerente e pianificato, voluto dalle massime autorità del Paese.

È la conferma che la resilienza, in Marocco, non è una parola astratta, ma un approccio operativo, una filosofia dell’azione.

Quello che colpisce, osservando il comportamento del Marocco da ormai quasi venti anni , è la sua capacità di unire determinazione e discrezione. Due qualità che spesso, nei contesti internazionali, sembrano inconciliabili. Il Paese agisce con fermezza, ma senza eccessi mediatici. Interviene con prontezza, ma senza spettacolarizzare. Non si limita a rispondere alle crisi, ma cerca di anticiparle.

È un atteggiamento che si è visto anche in altre sfide recenti: dalla gestione della pandemia, durante la quale il Marocco ha adottato misure rapide ed efficaci, alla lotta al terrorismo e alla radicalizzazione, ambiti in cui ha dimostrato fermezza istituzionale e una forte capacità di prevenzione.

In tutto ciò, emerge uno stile distintivo, che potremmo definire come “la forza della dolcezza”. Un termine che, spesso frainteso, qui assume un significato profondo: dolcezza non come debolezza, ma come scelta consapevole di un’azione che non ha bisogno di clamore per essere incisiva. È la dolcezza di chi ascolta, ma agisce; di chi non si lascia travolgere dal rumore, ma costruisce nel silenzio. È un equilibrio sottile, ma potente, che consente al Marocco di essere presente, autorevole, affidabile.

La combinazione tra capacità tattica (cioè la prontezza nel rispondere agli eventi) e visione strategica (cioè l’orientamento al futuro) è una delle caratteristiche più evidenti del modello marocchino. E il risultato è una stabilità che non è scontata, né fragile, ma conquistata giorno per giorno attraverso un lavoro costante, coordinato e coerente.

Il Marocco, oggi, non si limita a ricostruire ciò che è stato distrutto. Sta costruendo, passo dopo passo, un futuro più forte, più resiliente e più equo. Lo fa con le proprie forze, con le proprie risorse, ma anche con un metodo che merita attenzione. Non tanto per imitarlo, ma per comprenderlo. Perché racconta di un modo diverso – e forse più efficace – di affrontare il cambiamento.

Marco Baratto

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