L’Africa è in un momento cruciale della sua storia, un momento in cui i popoli del continente stanno cercando di liberarsi dalle ultime catene del colonialismo e di superare gli effetti di secoli di sfruttamento. Questo processo di affermazione della sovranità africana, sebbene ancora lontano dall’essere completo, sta lentamente guadagnando terreno. Un esempio emblematico di questa trasformazione è la nascita della Confédération Alliance des États du Sahel (AES), che sta ridisegnando le dinamiche geopolitiche del continente, con l’obiettivo di consolidare una cooperazione più forte tra i paesi del Sahel e, al contempo, di costruire una visione comune per il futuro della regione. In questo contesto, l’AES sta emergendo come simbolo della crescente indipendenza africana e di un movimento che rispecchia, a livello regionale, le parole di Papa Francesco: “Giù le mani dall’Africa”.
L’AES, istituita dai tre paesi del Sahel – Mali, Burkina Faso e Niger – rappresenta un’importante pietra miliare in un processo che vede l’Africa unita nella sua lotta contro il neocolonialismo e per la propria autodeterminazione. Il primo passo concreto di questa alleanza è stato il vertice tenutosi il 6 luglio 2024 a Niamey, Niger, dove i presidenti Ibrahim Traoré del Burkina Faso, Assimi Goïta del Mali, e Abdourahamane Tiani del Niger si sono incontrati per dare vita a un’unione politica, economica e culturale. Durante questo incontro, è stato firmato un trattato che stabilisce la Confederazione degli Stati del Sahel, con l’intento di favorire una maggiore integrazione tra i membri e di affrontare insieme le sfide comuni, come la sicurezza, il terrorismo e il rafforzamento delle relazioni economiche e culturali.
Il passo successivo è stato l’annuncio di un accordo che prevedeva la creazione di un passaporto biometrico comune, una banca di investimento, e la fine delle tariffe di roaming telefonico tra i tre paesi. Questi gesti simbolici e concreti sono il segno di un impegno deciso verso una maggiore cooperazione regionale, che va oltre i legami storici e imperiali, cercando di costruire un futuro basato sull’autosufficienza e sull’integrazione tra stati africani.
Nel contesto di questo crescente spirito di collaborazione tra i paesi del Sahel, emerge anche il ruolo del Marocco come un alleato strategico. Il 28 aprile 2025, i ministri degli Esteri di Mali, Burkina Faso e Niger sono stati ricevuti in audizione da Sua Maestà Mohammed VI, Re del Marocco, a Rabat. Questo incontro segna un altro passo significativo nella relazione tra il Marocco e la Confédération AES. Durante l’incontro, i ministri hanno espressamente ringraziato il Marocco per la sua posizione di non-ingerenza e per il supporto costante che il paese offre ai paesi africani, specialmente quelli del Sahel.
L’interesse del Marocco nel sostenere la Confederazione degli Stati del Sahel si inserisce all’interno di una strategia di cooperazione sud-sud che il paese ha portato avanti negli ultimi decenni. La visione di Mohammed VI è stata chiara: favorire l’accesso dei paesi africani all’Oceano Atlantico, promuovendo al contempo lo sviluppo economico e le relazioni commerciali tra le nazioni africane. Il Marocco, pur essendo un paese del Nord Africa, ha storicamente cercato di consolidare i legami con le nazioni subsahariane, e la sua disponibilità a sostenere il Sahel non è solo un atto di solidarietà, ma anche un’opportunità economica e politica per entrambi.
La sua proposta di facilitare l’accesso dei paesi del Sahel al mare rappresenta una strategia per migliorare le opportunità di commercio internazionale per questi stati, aiutandoli a diversificare le loro economie e ad aumentare le esportazioni. In un mondo globale dove il controllo delle rotte commerciali e delle risorse naturali è spesso ancora determinato da potenze straniere, l’iniziativa marocchina appare come una proposta genuina di autonomia per i paesi africani.
L’affermazione di una nuova alleanza tra paesi africani è parte di un più ampio movimento di resistenza al neocolonialismo che ha caratterizzato la storia moderna dell’Africa. Le parole di Papa Francesco, “Giù le mani dall’Africa”, risuonano particolarmente in questo momento storico, quando sempre più nazioni africane stanno prendendo in mano il loro destino. La crescente autonomia economica e politica dei paesi del Sahel è una dimostrazione che l’Africa non è più disposta a rimanere sotto l’influenza delle potenze coloniali o delle loro neocolonialiste forme moderne di controllo.
Il Sahel, una regione martoriata dalla povertà, dal terrorismo e dall’instabilità, sta ora cercando di affermarsi come un attore politico e economico indipendente, in grado di negoziare a pari condizioni con il resto del mondo. Le politiche comuni in ambito commerciale, culturale e politico adottate dalla Confederazione AES sono i primi passi di un lungo cammino verso una vera e propria liberazione da ogni forma di dominazione, sia economica che politica.
La nascita della Confederazione degli Stati del Sahel segna un passo importante nella costruzione di un’Africa unita, in cui i paesi si sostengono reciprocamente e si liberano dalle catene del colonialismo e del neocolonialismo. In questo contesto, il Marocco svolge un ruolo fondamentale come partner strategico, pronto a sostenere le iniziative africane in maniera costruttiva e rispettosa. La visione di Papa Francesco diventa sempre più rilevante: l’Africa sta dicendo “basta” alle ingerenze esterne, e le nazioni del Sahel sono pronte a scrivere una nuova pagina della loro storia, una pagina di indipendenza, cooperazione e sviluppo.
Marco Baratto