i vescovi cattolici americani hanno pronunciato una storica condanna, condannando le aggressive incursioni anti-immigrazione del presidente Donald Trump in una rara dichiarazione pressoché unanime.
Riunitisi alla loro conferenza annuale a Baltimora, i vescovi hanno votato 216 a 5 (con tre astensioni) per approvare un “Messaggio speciale” sull’immigrazione, la prima azione del genere in 12 anni.
Dopo la schiacciante votazione, l’assemblea dei vescovi si alzò in piedi e applaudì, sottolineando l’importanza del momento.
Gli osservatori ecclesiastici di lunga data l’hanno definita forse la più forte denuncia collettiva di un presidente degli Stati Uniti da parte della gerarchia cattolica nella storia americana.
“Ci opponiamo alle deportazioni di massa indiscriminate di persone. Preghiamo affinché cessi la retorica disumanizzante e la violenza, sia rivolta agli immigrati che alle forze dell’ordine”, hanno dichiarato i vescovi.
Elencando una serie di preoccupazioni, i prelati hanno descritto un “clima di paura” tra le famiglie di immigrati – genitori che hanno paura di portare i figli a scuola o persino di andare in chiesa – e hanno deplorato la “vilipendio degli immigrati” nel dibattito pubblico.
“Ci sentiamo ora in dovere, in questo contesto, di alzare la voce in difesa della dignità umana donata da Dio”, hanno scritto i vescovi, formulando la loro posizione in termini morali rigorosi.
Hanno promesso sostegno a una riforma globale dell’immigrazione, insistendo sul fatto che “la dignità umana e la sicurezza nazionale non sono in conflitto. Entrambe sono possibili se le persone di buona volontà lavorano insieme”.
Un fronte unito senza precedenti
Mai dai tempi dei diritti civili – e mai con tale unanimità – i vescovi americani avevano contestato così direttamente le politiche di un presidente. L’ultima volta che i vescovi hanno pubblicato un messaggio speciale è stato nel 2013, in merito alla politica dell’amministrazione Obama sulla copertura contraccettiva.
