Tra Radici e Fiamma: il Giubileo come cammino nella storia e nella fede

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Nov 28, 2025 #religione

Recensire un libro è sempre impresa ardua: recensire il libro don Claudio Centa, con il quale sono lontano geograficamente ma vicino spiritualmente è una sfida. Eppure questa difficoltà è, al tempo stesso, la chiave per comprendere il valore di un’opera che non si limita a comunicare nozioni, ma invita alla meditazione, al dialogo interiore e alla comprensione di ciò che il Giubileo rappresenta per la storia della Chiesa e per l’esperienza della fede.

Don Claudio, con la finezza dello storico e la sensibilità del sacerdote, accompagna il lettore lungo un percorso che parte da un episodio emblematico: l’inatteso afflusso di fedeli a San Pietro nel Natale del 1299. Bonifacio VIII, colto di sorpresa e spinto a rovistare negli archivi papali alla ricerca di precedenti, ne fu il primo testimone incredulo. Ma ciò che potrebbe sembrare l’irruzione improvvisa di un rito si rivela invece come l’emersione visibile di un desiderio spirituale diffuso: rinnovamento, riconciliazione, perdono.

Tutto nasce da una sete collettiva, un sentimento popolare che la Chiesa ha saputo riconoscere e ordinare. In queste pagine emerge con forza un concetto: l’Anno Santo non è una creazione clericale imposta dall’alto, ma la risposta istituzionale a un moto del cuore dei fedeli. Nei secoli, quel seme iniziale ha generato un albero secolare: un albero secolare che lascia andare le foglie e mantiene le radici per descrivere una tradizione viva, dinamica, capace di rinnovarsi senza perdere l’essenziale. Non la tradizione come reliquiario polveroso, ma come trasmissione della fiamma ardente della fede.

Il volume, suddiviso in 41 agili capitoli, offre un affresco che attraversa i ventisette Giubilei storici, da Bonifacio VIII fino a papa Francesco. È un viaggio che non si limita al livello istituzionale: accanto ai pontefici sfilano fedeli anonimi, sovrani, monaci e monache, donne e uomini mossi da un comune desiderio di perdono e rigenerazione. È questo uno dei meriti del libro: rendere palpabile il Giubileo come esperienza di popolo, non solo come evento ecclesiastico.

In 191 pagine don Claudio riesce a fondere rigore documentario e chiarezza divulgativa. La sua prosa è piana ma rigorosa, conviviale ma accurata, e cela dietro l’apparente semplicità una profonda elaborazione culturale e teologica. Si percepisce come l’autore non si limiti a fare storia: egli interpreta, collega, contestualizza, e lo fa con lo sguardo pastorale di chi tiene presenti le domande del lettore contemporaneo.

Particolarmente significativa è la genesi del volume: il libro nasce infatti da una serie di articoli pubblicati su un giornale locale e rilanciati dall’autore sulla piattaforma X. Lì, questi brevi interventi storici diventavano non solo informazione, ma occasioni di catechesi in miniatura, piccole luci nel flusso spesso caotico della comunicazione digitale. Come gli scrissi sulla stessa piattaforma, quegli articoli non erano solo lavoro di ricerca: erano soste spirituali, momenti didattici, opportunità per riscoprire significati che la modernità spesso scolorisce.

Uno dei contributi più preziosi del libro è la sezione dedicata all’evoluzione del concetto di “indulgenza”. Qui don Claudio dà il meglio della sua capacità comunicativa: con precisione e trasparenza restituisce al lettore il senso autentico di un tema che nella cultura scolastica sopravvive talvolta solo come caricatura polemica — la “vendita delle indulgenze” come simbolo della corruzione ecclesiastica — frutto di una lettura positivistica e riduzionista della storia della Chiesa. Don Claudio non nega gli abusi storici, ma li colloca nel contesto appropriato, rivelandone la complessità e la progressiva purificazione dottrinale. Allo stesso tempo, il libro serve per due ragioni ovvero : l’oblio totale del tema da parte di molti credenti oppure la sua esasperazione in forme rigide e polemiche. In queste pagine, finalmente, l’indulgenza riacquista il suo significato profondo: dono della misericordia, medicina dell’anima, invito alla conversione.

La lettura del libro permette di prepararsi non solo interiormente al Giubileo attuale, ma già al grande Giubileo straordinario del 2033, anniversario della Redenzione. La memoria del passato diventa strumento per abitare il presente e aprirsi al futuro. Non si tratta soltanto di sapere che cosa accadde in un determinato anno e sotto quale pontefice: si tratta di cogliere come tutto ciò continui a parlarci, oggi.

Infine, non è trascurabile il valore concreto del volume come oggetto culturale: non un’opera destinata unicamente alle biblioteche accademiche ma disponibile presso le librerie “Le due Zitelle” e “Campedel” di Belluno, a portata di mano della comunità locale. È un libro che nasce da puntate su un giornale locale e rilanciate dai social e ritorna alla carta, facendo il percorso inverso rispetto alla tendenza dominante: dall’effimero digitale alla permanenza della pagina stampata. Tenerlo in mano, conservarlo, consultarne i capitoli è quasi un gesto meditativo.

In definitiva, il lavoro di don Claudio Centa è più di una storia del Giubileo: è un invito a riconoscere nel Giubileo una storia di salvezza che continua, che ci include e ci attende. È una fiamma antica che ancora illumina il nostro presente.

Marco Baratto

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