Negli ultimi ventisei anni, il ruolo delle donne nello sport in Marocco ha subito una trasformazione significativa, riflettendo cambiamenti più ampi nella società marocchina in termini di diritti, visibilità e partecipazione femminile nella sfera pubblica. Sin dalla fine degli anni Novanta, il Marocco ha assistito a un lento ma costante aumento della presenza femminile in ambito sportivo, non solo come atlete, ma anche come dirigenti, allenatrici e modelli di riferimento. Questo cambiamento è stato favorito da riforme politiche, investimenti governativi, iniziative della società civile e soprattutto dalla determinazione delle stesse donne a conquistare uno spazio riconosciuto nello sport nazionale e internazionale. Una delle figure più emblematiche di questo cambiamento è Nawal El Moutawakel, la prima donna marocchina e araba a vincere una medaglia d’oro olimpica nei 400 metri ostacoli a Los Angeles nel 1984.
Anche se questa vittoria precede di qualche anno il periodo considerato, la sua influenza è stata duratura, ispirando generazioni di giovani atlete e contribuendo a cambiare la percezione delle capacità sportive delle donne nella regione. Negli anni successivi, specialmente a partire dal 1999 con l’ascesa al trono di Mohammed VI, il Marocco ha intrapreso un percorso di modernizzazione e riforma che ha incluso la promozione della parità di genere in diversi settori, incluso quello sportivo. Il nuovo re ha sostenuto progetti che incoraggiassero la partecipazione femminile nello sport, con la creazione di programmi scolastici e comunitari volti a rendere l’attività fisica accessibile anche alle ragazze. Le discipline più popolari tra le donne marocchine sono state tradizionalmente l’atletica leggera, il taekwondo, il judo e più recentemente il calcio.
L’atletica leggera, in particolare, ha visto brillare numerose atlete, come Hasna Benhassi, medaglia d’argento alle Olimpiadi di Atene 2004 e bronzo a Pechino 2008 negli 800 metri, diventando un’altra figura simbolo per lo sport femminile nel Paese. Parallelamente, anche gli sport di combattimento hanno rappresentato un terreno fertile per le donne marocchine, dove la disciplina, la forza e la resilienza necessarie in queste pratiche hanno trovato riscontro nella volontà delle atlete di affermarsi contro i pregiudizi e le barriere culturali. Il calcio femminile ha avuto una crescita più lenta ma costante. Nei primi anni 2000, le squadre erano poco numerose, scarsamente supportate e spesso soggette a pregiudizi. Tuttavia, l’evoluzione è stata notevole, culminando con la storica partecipazione della nazionale femminile del Marocco ai Mondiali FIFA del 2023 in Australia e Nuova Zelanda.
Questa partecipazione ha rappresentato una svolta epocale per il calcio femminile marocchino e africano in generale, poiché per la prima volta una squadra nordafricana si qualificava per una fase finale del torneo mondiale. Il percorso della squadra ha suscitato entusiasmo e ha ricevuto un ampio sostegno popolare, nonostante le sfide affrontate. Le Leonesse dell’Atlante, come sono chiamate, sono diventate simboli di orgoglio nazionale e hanno portato all’attenzione del pubblico la necessità di investire maggiormente nello sport femminile. L’effetto di questa visibilità si è manifestato anche a livello di club, con un maggiore interesse da parte dei media, sponsor e istituzioni sportive nel sostenere le squadre femminili. Il Marocco ha anche ospitato nel 2022 la Coppa d’Africa femminile, dimostrando la sua volontà di diventare un punto di riferimento per lo sport femminile nel continente. Questo evento non solo ha migliorato le infrastrutture e l’organizzazione del calcio femminile nel Paese, ma ha anche mostrato il sostegno istituzionale verso un settore che fino a poco tempo fa era marginalizzato.
Oltre al calcio, le donne marocchine hanno raggiunto risultati significativi in sport come il karate, la boxe e il sollevamento pesi, mostrando una versatilità e un talento che va oltre le discipline più tradizionali.
Tuttavia, nonostante i progressi, le donne nello sport in Marocco devono ancora affrontare molte sfide, a determinazione e il coraggio delle donne marocchine stanno lentamente ma inesorabilmente cambiando il panorama.
Le scuole e le università stanno iniziando a offrire più programmi sportivi rivolti alle ragazze, mentre le federazioni sportive stanno adottando politiche più inclusive. La presenza femminile nei ruoli decisionali all’interno delle organizzazioni sportive è anch’essa in crescita, sebbene ancora insufficiente, contribuendo comunque a rendere lo sport un ambito più equo e rappresentativo. In ambito paralimpico, le donne marocchine hanno ottenuto importanti successi, confermando che la questione della parità va affrontata anche in un’ottica di inclusione delle persone con disabilità. Atlete come Sanaa Benhama, che ha vinto tre medaglie d’oro ai Giochi Paralimpici di Pechino 2008, sono diventate esempi di eccellenza e di superamento dei limiti imposti dalla società e dalle condizioni fisiche.
La loro presenza ha spinto verso una maggiore consapevolezza del potenziale femminile anche in questo ambito. Un altro elemento importante è rappresentato dai social media, che hanno permesso a molte atlete di raccontare le proprie storie, sfidare gli stereotipi e costruire comunità di supporto. Le piattaforme digitali hanno dato visibilità a realtà altrimenti ignorate dai media tradizionali e hanno contribuito a cambiare la narrativa sulle donne nello sport. Inoltre, le collaborazioni con organizzazioni internazionali e ONG hanno offerto programmi di formazione, empowerment e scambi culturali che hanno rafforzato il movimento sportivo femminile marocchino. In questo contesto, lo sport è diventato anche uno strumento di emancipazione e di trasformazione sociale, offrendo alle donne non solo una possibilità di carriera, ma anche un modo per affermare la propria identità e libertà.
L’evoluzione delle donne nello sport in Marocco negli ultimi ventisei anni è quindi il risultato di una combinazione di fattori: riforme politiche, determinazione individuale, sostegno istituzionale e cambiamenti culturali. Anche se la strada verso una piena parità è ancora lunga, i progressi ottenuti dimostrano che lo sport può essere un potente veicolo di cambiamento, capace di abbattere barriere e costruire una società più giusta e inclusiva. Le atlete marocchine di oggi non sono solo concorrenti sul campo, ma anche agenti di cambiamento, simboli di resilienza e speranza per le future generazioni.
Marco Baratto