La Guerra Psicologica: La Verità Contro il Complottismo e la Dissoluzione della Ragione

Diwp

Set 23, 2025 #Marocco, #politica

In un mondo sempre più polarizzato e segnato dalla diffusione incontrollata di teorie complottiste, la vicenda che coinvolge Brigitte Macron, la moglie del presidente francese Emmanuel Macron, e l’influencer di destra Candace Owens, è un microcosmo di un fenomeno più ampio: l’offensiva contro la verità, la realtà e la dignità delle persone. La causa legale intentata dai coniugi Macron contro la Owens è solo l’ultimo episodio di una guerra psicologica che sta minando il tessuto della nostra società, diffondendo disinformazione e minando la fiducia nelle istituzioni.

Nel luglio 2023, Candace Owens ha rilanciato su larga scala una delle bufale più persistenti sui social media: quella che Brigitte Macron, prima di diventare la First Lady di Francia, sarebbe stata un uomo. Un’accusa priva di fondamento che ha trovato terreno fertile soprattutto negli Stati Uniti, dove la polarizzazione politica e sociale è particolarmente intensa. Questa teoria del complotto, purtroppo, non è nuova. È in circolazione sin dalle prime elezioni di Macron nel 2017, quando il web cominciò a diffondere insistenze su presunti segreti nascosti dietro la figura della signora Macron. La bufala è però tornata a far notizia nel marzo 2024, quando Owens, nota per le sue tesi estreme e per aver diffuso altre teorie cospiratorie su temi come i vaccini e l’Olocausto, ha amplificato il discorso con una serie di video intitolati “Becoming Brigitte”.

L’attacco diretto alla dignità di una persona che ricopre un ruolo pubblico come la moglie di un presidente, e in generale alla verità, non è solo un atto di diffamazione, ma una manifestazione di un malessere più profondo che attraversa le democrazie moderne. Un malessere che si nutre della diffusione di bufale, della distorsione della realtà e del rifiuto delle evidenze scientifiche e storiche. Non è solo una battaglia contro una singola persona, ma un attacco alle fondamenta della razionalità e della verità stessa. In questo contesto, il fatto che Brigitte Macron si trovi a dover difendere la propria identità contro accuse infondate è emblematico di come la nostra società stia perdendo il contatto con il buon senso e la ragione.

Il caso Macron-Owens è solo la punta dell’iceberg. In Italia, per esempio, giornalisti e attivisti continuano a mettere in discussione la legittimità di Papa Francesco, insinuando che il Pontefice non sia davvero il Papa legittimo. Il tema dei vaccini anti-Covid, poi, è stato uno degli argomenti più sfruttati dai complottisti, che hanno alimentato paure infondate su effetti collaterali e cospirazioni globali legate alla pandemia. Non possiamo non notare come questi attacchi non siano mai limitati a un solo tema, ma tendano a contaminare ogni aspetto della vita pubblica e politica.

Ma c’è un aspetto ancora più inquietante: la natura stessa di queste teorie. Non si tratta di ipotesi che possano essere confutate con il dialogo o la razionalità. Il complottismo si basa su un rifiuto dell’evidenza, della logica e del pensiero critico. Gli accusatori non sono interessati a provare ciò che affermano, ma piuttosto a creare un’ombra di dubbio che possa minare la fiducia collettiva. La loro strategia non è informare, ma disinformare, alimentando la confusione e il caos. È la creazione di una realtà parallela dove le verità più elementari vengono messe in discussione, se non addirittura capovolte.

Le teorie cospiratorie, che abbracciano tutto, dai vaccini al cambiamento climatico, dall’Olocausto alle missioni spaziali, sono il cavallo di Troia di una guerra ibrida che sta destabilizzando le democrazie occidentali. Non è un caso che queste narrazioni trovino terreno fertile proprio nei periodi di incertezza e crisi. Soprattutto in un’epoca in cui la rapidità della comunicazione digitale ha annullato i tradizionali filtri dell’informazione, le bufale possono diffondersi più velocemente della verità. I social media, piattaforme che un tempo erano pensate per favorire la comunicazione e l’interconnessione globale, sono diventati oggi veicoli di menzogne, manipolazioni e conflitti culturali.

Questo fenomeno non riguarda solo la politica o le celebrità. La guerra psicologica che sta attraversando la società sta erodendo anche la fiducia nelle istituzioni e nelle autorità scientifiche. Quando la gente inizia a credere che i vaccini possano essere pericolosi o che l’atterraggio sulla Luna sia stato un inganno, si crea un divario tra la realtà e la percezione, un divario che può minare la coesione sociale e indebolire la capacità di una società di affrontare le sfide collettive.

Per fortuna, esistono ancora persone disposte a combattere questa battaglia per la verità. I Macron, con la loro causa legale contro Candace Owens, rappresentano una risposta di principio a un mondo che sembra sempre più propenso a favorire la fantasia sulla realtà. Ma la lotta non finirà con un processo in tribunale. Sarà una battaglia lunga e complessa, che richiede il coinvolgimento di tutti: istituzioni, media, cittadini. La risposta al complottismo non può essere solo giuridica o politica, ma deve essere una risposta culturale. Dobbiamo ripristinare l’importanza della verità, del pensiero critico e della ragione.

La vera sfida del nostro tempo non è solo quella di combattere le teorie complottiste, ma quella di ristabilire un senso condiviso di realtà. Una società che ha perso la sua capacità di distinguere tra ciò che è vero e ciò che è falso è una società che rischia di perdere se stessa.

Marco Baratto

Di wp