Marocco – Unione Europea: un partenariato strategico che l’Italia non ha saputo valorizzare

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Ott 3, 2025 #Marocco, #politica

Il 2 ottobre 2025 a Rabat, il ministro degli Affari Esteri, della Cooperazione Africana e dei Marocchini all’Estero, Nasser Bourita, ha annunciato la conclusione delle negoziazioni sull’emendamento all’accordo agricolo che lega il Marocco all’Unione Europea (UE). Questo accordo, che sarà firmato a Bruxelles e applicato provvisoriamente sin dalla firma, consolida le relazioni tra le due parti e riafferma il ruolo centrale dell’Europa nello sviluppo del Regno.

L’accordo emendato conferma l’applicazione delle preferenze tariffarie europee ai prodotti agricoli provenienti dalle province del Sud del Marocco. Le stesse condizioni di accesso al mercato europeo si applicheranno quindi a tutto il territorio nazionale, dal Nord al Sahara marocchino. Per garantire trasparenza, sarà introdotta un’etichettatura che specificherà le regioni di origine – “Laâyoune-Sakia El Hamra” e “Dakhla-Oued Eddahab”.

Questa misura non è solo tecnica: rappresenta anche un riconoscimento implicito da parte dell’UE dell’integrazione economica del Sahara marocchino e sottolinea che il Marocco, nel suo insieme, fa parte di uno spazio di prosperità condiviso con l’Europa.

Con oltre 60 miliardi di euro di scambi annuali, l’UE rimane il primo partner commerciale del Marocco. L’Europa assorbe gran parte delle esportazioni marocchine – prodotti industriali, agricoli, tessili e tecnologici – e fornisce al contempo macchinari e beni strumentali indispensabili per l’industria marocchina.

Il settore agricolo, oggetto del nuovo accordo, è particolarmente importante: contribuisce direttamente al PIL marocchino e alla creazione di occupazione, soprattutto nelle regioni meridionali. L’apertura del mercato europeo rafforza la stabilità sociale e lo sviluppo regionale, mostrando come l’Europa svolga un ruolo cruciale nel progresso inclusivo del Regno.

Oltre all’economia, l’UE è anche un partner politico di primo piano. L’accordo agricolo si inserisce in una cooperazione più ampia che riguarda migrazione, sicurezza, ambiente, digitale e cultura. L’Europa non è soltanto un mercato: è un alleato strategico nella gestione delle grandi sfide regionali.

Non a caso, l’UE ha ribadito la propria posizione del 2019, riconoscendo gli sforzi “seri e credibili” del Marocco nella questione del Sahara. Diversi Stati membri hanno successivamente espresso un sostegno concreto all’iniziativa di autonomia proposta da Rabat, dimostrando la centralità del Marocco come partner stabile e affidabile nel Mediterraneo.

Grazie alla visione di Sua Maestà il Re Mohammed VI, il Sahara marocchino si è trasformato in una zona di sviluppo e attrazione per investimenti internazionali. Questa regione sta diventando un hub di scambi tra Europa e Africa, come dimostrano il Forum economico Marocco-Francia previsto a Dakhla o i progetti sostenuti da diversi partner europei. Integrando le province del Sud nell’accordo agricolo, l’UE non solo rafforza il Marocco, ma apre per sé nuove opportunità economiche e logistiche.

Nonostante questa realtà, alcuni programmi europei – e in particolare il Piano Mattei lanciato dall’Italia – sembrano non riconoscere appieno il ruolo del Marocco. Roma ha scelto di concentrare la propria strategia soprattutto sull’Africa subsahariana e sui paesi esportatori di gas e petrolio, trascurando il Marocco, che invece è un partner naturale, vicino geograficamente e culturalmente, e già integrato nelle catene del valore europee.

Il Regno è oggi leader africano nelle energie rinnovabili, con grandi progetti solari ed eolici, e sta sviluppando con forza l’idrogeno verde. Inoltre, grazie a infrastrutture strategiche come Tanger Med e i porti del Sud, il Marocco offre un collegamento logistico essenziale tra Mediterraneo, Atlantico e Africa. Ignorare questo ruolo significa per l’Italia rinunciare a un alleato stabile, credibile e cruciale per la sicurezza energetica e commerciale europea.

Un futuro comune da costruire

L’emendamento all’accordo agricolo dimostra che il partenariato Marocco-UE si fonda su fiducia, continuità e visione condivisa. In un contesto regionale segnato da instabilità e crisi, l’Europa trova nel Marocco un partner sicuro e proiettato verso il futuro.

Per l’Italia, il mancato riconoscimento di questo potenziale rappresenta una contraddizione: mentre l’UE nel suo insieme rafforza i legami con Rabat, Roma non ha ancora scelto di valorizzare il Regno come merita. In prospettiva, sarà fondamentale che anche l’Italia riconsideri la propria posizione e includa il Marocco nel cuore del suo disegno strategico per l’Africa.

In definitiva, l’accordo agricolo non è solo uno strumento commerciale: è il simbolo di un partenariato euro-marocchino che deve diventare globale, strategico e ambizioso. L’Europa ha compreso questa necessità; l’Italia, invece, ha ancora la possibilità – e l’interesse – di correggere la rotta e di fare del Marocco un perno della propria politica mediterranea e africana.

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