Negli ultimi giorni, Mosca è tornata a essere teatro di un dialogo diplomatico di grande significato strategico. Nasser Bourita, ministro degli Affari esteri del Marocco, e il suo omologo russo, Sergueï Lavrov, hanno dato vita a un incontro che va ben oltre la ritualità protocollare. Dietro i comunicati ufficiali e i sorrisi misurati si intravede la lenta costruzione di un rapporto che unisce pragmatismo, equilibrio e una visione di lungo termine, elementi che contraddistinguono tanto la diplomazia marocchina quanto quella russa.
Bourita, portavoce della visione di Sua Maestà il Re Mohammed VI, ha ribadito che le soluzioni ai conflitti internazionali devono fondarsi sul diritto e sui principi universali, ma senza che questi vengano usati come strumenti di blocco o di pressione. Un messaggio chiaro, che riflette la posizione costante del Marocco: il rispetto del diritto internazionale come pilastro, ma anche la necessità di mantenerlo al servizio della pace e del dialogo, non della paralisi geopolitica.
Il ministro marocchino ha sottolineato il ruolo cruciale della Russia, che in ottobre detiene la presidenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Un ruolo che, a suo dire, deve essere esercitato con responsabilità e visione. “Il tempo è maturo per considerare la nuova dinamica internazionale”, ha affermato Bourita, ricordando l’impulso dato da Mohammed VI e i mutamenti di posizione di diversi Paesi in relazione ai dossier regionali e africani.
Da parte sua, Lavrov ha risposto con toni che denotano rispetto e convergenza. Ha parlato di “relazioni tradizionalmente amicali, di fiducia e di partenariato strategico”, insistendo sulla volontà di rafforzare la cooperazione economica, scientifica e culturale. La presenza di oltre quattromila studenti marocchini in Russia, i nuovi voli diretti tra Casablanca e Mosca o San Pietroburgo, e la prospettiva di una cooperazione più intensa in ambito agricolo e marittimo, sono segni concreti di un partenariato che si radica nel tempo.
L’anno prossimo, il 2026, segnerà il decimo anniversario del Partenariato Strategico Approfondito tra i due Paesi, siglato durante la visita di Mohammed VI a Mosca. Un anniversario che sarà celebrato con una serie di eventi, ma che rappresenta anche un’occasione per rilanciare un’alleanza che, negli ultimi anni, ha mantenuto un profilo discreto ma costante. “Si tratta di un dialogo che non è contro nessuno – ha detto Bourita – ma per rafforzare la pace e la stabilità regionali”. Una frase semplice, ma densa di significato in un mondo in cui ogni movimento diplomatico viene letto come una presa di posizione o un allineamento.
La Russia, alle prese con la necessità di riaffermare la propria credibilità internazionale, trova nel Marocco un interlocutore solido e pragmatico. Il Regno, unico Paese africano a godere di una stabilità politica riconosciuta e di una credibilità diplomatica trasversale, è oggi una porta d’accesso privilegiata verso l’Africa. Non è un caso che Lavrov abbia salutato il ruolo di Mohammed VI come Presidente del Comitato Al-Qods, lodando gli sforzi marocchini per una soluzione pacifica della questione palestinese. Per Mosca, che cerca di proporsi come attore equilibrato nel Medio Oriente, questa convergenza con Rabat è un segnale importante.
Il dialogo tra i due ministri ha toccato anche il Sahel, dove il Marocco e la Russia condividono una posizione comune: il rispetto della sovranità degli Stati, il rifiuto di ogni forma di tutela esterna e l’importanza di sostenere scelte politiche nate dall’interno. “Questi Paesi devono poter disporre del proprio destino – ha sottolineato Bourita – e il Marocco sarà al loro fianco per accompagnarli verso la stabilità e lo sviluppo”. Parole che risuonano in un momento in cui l’Africa è tornata a essere campo di interesse per le potenze mondiali, spesso con approcci divergenti o competitivi.
Nel contesto di un ordine mondiale in transizione, Marocco e Russia si ritrovano a condividere una stessa visione multipolare. Entrambi credono in un sistema internazionale fondato sul dialogo e sull’equilibrio tra le potenze, in cui le nazioni emergenti e i Paesi africani possano avere voce. “Crediamo in un sistema multilaterale efficace e giusto – ha ricordato Bourita – che tenga conto delle aspirazioni dei Paesi in via di sviluppo.” Una posizione che la Russia, a sua volta, difende nel suo discorso globale.
Tuttavia, ciò che colpisce maggiormente non è la quantità di accordi o di protocolli firmati, ma il tono e il ritmo del dialogo. Non si tratta di un’alleanza improvvisa o di un’operazione di immagine. È piuttosto, come direbbe Lev Tolstoj, il frutto di due guerrieri silenziosi: il tempo e la pazienza. “I più forti tra tutti i guerrieri sono il tempo e la pazienza”, scriveva il grande autore russo, ricordando come questi due elementi superino in forza e durata la rabbia e la potenza. Il Marocco, nella sua azione diplomatica, sembra incarnare perfettamente questo principio: una strategia lenta, ponderata, che costruisce fiducia e credibilità passo dopo passo.
La Russia, dal canto suo, non reagisce con impeto, ma osserva, analizza e prepara. La sua diplomazia non si presta a gesti immediati o a scelte impulsive, ma lavora con una logica di lungo periodo. In questo, la sua affinità con la diplomazia marocchina è sorprendente. Entrambe le capitali condividono un approccio che privilegia la discrezione all’ostentazione, la coerenza all’improvvisazione.
In un’epoca segnata da conflitti, polarizzazioni e crisi di fiducia tra gli Stati, il dialogo tra Rabat e Mosca rappresenta una boccata d’aria. È la dimostrazione che la diplomazia può ancora essere un’arte lenta e raffinata, capace di costruire ponti invece di erigere muri. Mentre l’Occidente tende a interpretare i rapporti internazionali in chiave immediata – amico o nemico, alleato o rivale – il Marocco e la Russia preferiscono il linguaggio del tempo lungo, quello dei processi e delle relazioni che maturano.
Questo “ballo lento”, come lo si potrebbe definire, non è solo un esercizio di stile. È una strategia che risponde a una realtà geopolitica complessa, in cui la pazienza è forse la risorsa più preziosa. L’incontro di Mosca non ha prodotto slogan né rotture, ma ha rafforzato un asse che potrebbe rivelarsi decisivo nei prossimi anni: un asse che unisce la saggezza africana del Marocco alla profondità strategica della Russia. In fondo, come insegnava Tolstoj, le vittorie più durature non appartengono a chi corre più veloce, ma a chi sa aspettare.
Marco Baratto